Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge prende spunto da alcuni dati allarmanti.
La popolazione italiana ha una natalità tra le più basse del mondo, da ormai quasi una generazione. Come conseguenza, l'Italia va accumulando un imponente «debito» demografico, un debito facilmente misurabile e comparabile. In Francia, nazione con una popolazione simile a quella italiana, nel 2002 sono nati 767 mila bambini, in Italia 539 mila, il 42 per cento in meno.
Le recentissime proiezioni dell'ONU prevedono che nel 2050 ad avere più di 60 anni sarà il 41 per cento della popolazione italiana e il 33 per cento di quella francese. Secondo l'ISTAT, nei prossimi 50 anni ci sarà un aumento di 5 milioni di persone con 80 anni e più e, nonostante una non trascurabile immigrazione, una diminuzione di 11 milioni della popolazione con meno di 80 anni.
Le conseguenze sulla struttura sociale, sui meccanismi di solidarietà intergenerazionale, sul sistema del welfare sono notevoli e si accentueranno nei prossimi decenni. Con queste tendenze come potrà sopravvivere l'economia e la società italiana?
Le ragioni della denatalità sono di varia natura. Non avere figli può essere una libera scelta della coppia oppure essere una conseguenza della diminuzione della fecondità. In più, si è affermata la tendenza di rinviare il momento procreativo, il che riduce inevitabilmente il numero dei figli.
Ma la denatalità in molti casi può anche essere frutto di povertà, soprattutto per quanto riguarda la decisione di avere un secondo o un terzo figlio. In effetti, il